Mia sorella voleva vivere a New York
Il termine “fascino” deriva dal latino fascinum e significa “malia”. Originariamente possedeva, pertanto, una connotazione negativa o malefica; perché, insomma, tutti abbiamo sognato almeno una volta di visitare New York? Cosa ha fatto questa città per ammaliarci tutti, esercitando un potere immaginativo tale anche su una ragazzina?
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Molti anni fa vidi un film bellissimo di Emanuele Crialese, “Nuovomondo”: la storia di un Viaggio della Speranza degli immigrati di allora, che eravamo noi italiani. A inizio Novecento la famiglia Mancuso sogna l’America e la immagina come un Paese dove si possa fare il bagno in fiumi di latte e dove non si possa mai morire di fame perché le verdure e il bestiame sono giganti (letteralmente). Poi arrivano a New York ed è solo l’inizio, vero, di questo nuovo viaggio.
Gli Stati Uniti hanno esercitato per secoli questa fantasia di redenzione, di speranza, di una seconda occasione; interi territori come l’Ovest (il Far West) e anche le grandi città dapprima dell’Est (New York, Boston, Washington) e poi della costa occidentale (San Francisco, Los Angeles). Anche fuori dagli Stati Uniti ci sono grandi città che ispirano l’immaginario collettivo: Londra, Parigi, Tokyo, Roma. New York, però, è stata una delle prime città al mondo a creare e tessere una narrativa su se stessa. La prima città al mondo a diventare un marchio (turistico), brand, merchandising. Tutti sappiamo che cosa significhi NYC e sappiamo riconoscere questa sigla su qualsiasi adesivo, cappellino, tazza da latte.
E tutti i film, le serie televisive, i cartoni animati che si svolgono a New York; le luci di Broadway, di Times Square, gli aceri giganti di Central Park, Starbucks, le Torri Gemelle, i cori gospel di Harlem, il Bronx che era sinonimo di disagio, la scena rap, i movimenti antirazzisti, Occupy Wall Street, la Columbia University, Brooklyn, e ancora, e ancora.
Ci saremmo stati lo stesso, anche senza saperlo, essendo cresciuti con tutte queste immagini, come se fossimo tutti in realtà degli abitanti di New York.
Mia sorella voleva vivere a New York, poi è cresciuta.
Nel mezzo c’è stato un viaggio a Natale in questa metropoli, molte altre esperienze bellissime in altri Paesi del mondo e l’inevitabile allontanamento dai sogni adolescenziali. Quando eravamo a New York insieme, però, le feci una piccola intervista immaginando che le sarebbe piaciuto, anni dopo, riascoltarsi e rivivere quell’entusiasmo dei suoi 14 anni, nella città agognata e finalmente conquistata. Magari in futuro diventerà un podcast, chissà.