Mesi fa i miei cari amici di Casa di Puglia (scuola di italiano per i turisti che vogliano unire il soggiorno in Puglia con delle lezioni in lingua), mi hanno regalato il pumo di ceramica, un oggetto tipico della tradizione artigianale pugliese.
LE ORIGINI DEL PUMO
Ricorda un germoglio nell’atto del fiorire: possiede l’estremità superiore terminante a punta e alla base è avvolto da delle foglie di acanto.
Il termine deriva dal latino pomum, “frutto”, e si ricollega al culto della dea romana Pomona, che era la protettrice dei frutti (non solo di quelli che crescono sugli alberi ma anche dell’ulivo e della vite). In alcuni dialetti pugliesi il pumo si definisce Pumo dè fiure, “bocciolo di fiore”, e, infatti, è simbolo di prosperità e di fecondità (nonché di castità, immortalità e resurrezione). Inoltre, per la tradizione popolare svolge anche una funzione apotropaica: infatti, si crede che propizi il buon auspicio e allontani il male. Per questo motivo si possono ammirare i pumi all’ingresso delle case tradizionali o sulle facciate dei palazzi signorili (in antichità erano anche parte degli stemmi araldici delle famiglie altolocate pugliesi).
Oggi in molte botteghe artigianali è possibile acquistare il pumo; io in particolare ne avevo visti di svariate tipologie in una bottega tradizionale di Ostuni (BR), “Manie d’artista” (ma ci sono molti negozi sparsi in Puglia dove poterli trovare).
PICCOLA CURIOSITA’
In particolare questo oggetto ha avuto il suo “periodo di gloria” poiché è diventato la bomboniera di matrimonio della figlia (Ritika Agarwal) del magnate indiano dell’acciaio Pramod Agarwal, che si è sposata in Puglia la scorsa estate. Gli sposi infatti, oltre ad aver scelto la location pugliese, hanno deciso di commissionare le bomboniere a forma di pumo rivestito d’oro, a una bottega locale “Fasano Ceramiche CNF” a Grottaglie (TA).
Regalarlo, insomma, significa augurare prosperità e felicità; per questo motivo, ringrazio Carmen e Stani (anche se in ritardo) per il bellissimo pensiero.