Esattamente cosa ci porta ad andare dall’altra parte del mondo?
Quando ho compilato i moduli per poter lavorare nel Yellowstone National Park, non avevo idea di cosa stessi realmente facendo. Mi sembrava una bella idea e le immagini dei bisonti si confondevano con quelle della mia infanzia di Yoghi e Bubu. Andare a New York mi sembrava troppo costoso e in parte scontato. Io volevo essere diversa, mettermi alla prova e andare in un “luogo wild”, con scarsa ricezione dei cellulari, immersa nelle foreste millenarie.
Ovviamente la realtà è stata ben diversa, eppure ho vissuto una delle esperienze più incredibili della mia vita.
Ho lavorato tre mesi nel centro del Yellowstone National Park, in un’area di nome Canyon Village caratterizzata, appunto, dalla presenza di un Canyon. Non lasciatevi ingannare, però, dal termine “village”. Non c’erano case nè abitanti. Eravamo su un altipiano di circa 2000m e la prima cittadina degna di questo nome era a circa 200km. Abitavo in uno dei quattro dormitori messi a disposizione dall’azienda ricettiva per cui lavoravo: il Wapiti (Wapiti Dorm, classe 1957) che, come gli altri, era costituito da una struttura in legno un po’ decadente, a due piani e dimostrava tutti gli anni che possedeva.
Nel nostro caso, esclusi l’edificio principale che ospitava il ristorante, il bar e un piccolo supermercato e i vari bungalow e lodge per i turisti, eravamo completamente circondati dalla foresta.
Le giornate all’interno di Canyon Village erano scandite dal lavoro e dagli umori del tempo: ogni giorno la mia sveglia (precisamente quella della mia compagna di stanza taiwanese) suonava alle 6:45; dopo una fase di cammino in stile zombie verso il bagno in comune e conseguente fase “trucco e parrucco” che avveniva in compagnia di due ragazze polacche, ci si dirigeva verso l’EDR (Employee Dining Room): la mensa dei dipendenti. Dopo una colazione frugale (su cosa abbia mangiato in quella mensa per tre mesi dedicherò un post in futuro), iniziava la giornata lavorativa vera e propria: dalle 8 di mattina fino alle 16 (o 19, a seconda del periodo) si lavorava senza sosta, con una mezz’oretta di pausa pranzo. Dopo la cena (servita rigorosamente entro le 18!) si aveva tutto il tempo libero di cui disporre. Ma…per far cosa esattamente?
Chi aveva la fortuna di possedere una macchina (e non ovviamente noi ragazzi “stranieri”), poteva allontanarsi da Canyon Village e dirigersi verso altre località del Parco maggiormente “movimentate”. O passare una serata in uno dei locali di West Yellowstone, una cittadina sviluppatasi all’ingresso Ovest (West) del Parco, che possedeva tutti i connotati (tristi) delle città di frontiera. A chi invece, come noi, non era possibile allontanarsi sempre da Canyon, non rimaneva altro che fare escursioni nei dintorni, giocare all’aperto o praticare qualche sport.
C’erano dei giorni in cui volevi scappare e tutta quella natura sembrava volerti fagocitare come un piccolo insetto; altri, appena ti lasciavi alle spalle i dormitori e ti immergevi nella foresta, ti faceva rilassare come in un sogno.
In realtà all’interno di Canyon Village era presente un pub per i dipendenti; eppure, quelle rare volte che ho passato del tempo al suo interno, era perennemente semi vuoto e caratterizzato da un’aria malinconica che ti si attaccava ai vestiti e all’umore. Al suo interno si potevano bere anche alcolici dopo aver mostrato il tesserino da dipendente e, nel nostro caso di “stranieri”, anche il passaporto (e se te l’eri scordato in dormitorio non c’era nulla da fare, potevi pregare in 40 lingue ma il barista non ti avrebbe servito nemmeno un goccio di alcool); nonostante ciò, gli unici avventori erano gli over 40 (rari a Canyon) e i ragazzi che svolgevano le mansioni “alternative” all’interno del Parco (imbianchini, falegnami, idraulici, ecc.) che evidentemente dovevano farsi distinguere in qualsiasi attività.
Nel corso dei tre mesi passati a Canyon Village ho compreso, giorno dopo giorno, la bellezza di ciò che mi circondava. Il Parco possedeva altre aree “abitate” eppure, anche dopo averle visitate, realizzai quanto fossi stata fortunata ad essere stata assegnata a Canyon.
Chi altri poteva godere ogni giorno di un paesaggio simile?
INFO UTILI
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Ciao! Tra 20 giorni devo fare la tua stessa esperienza. Mi chiedevo, hai comprato una SIM americana per internet (dato che il Wi-Fi è lento)? Se si, come e cosa? Grazie mille
Ciao Andrea!
Sono contenta che farai questa splendida esperienza, è la prima volta che partecipi al programma?
No io non comprai una SIM americana anche perché, con il senno di poi, non sarebbe servita a molto dato che non prendeva quasi mai il cellulare nella zona dove ero io (Canyon Village) 🙂 Con il wifi del dormitorio invece mi sono trovata benissimo, sia per navigare su internet, sia per vedere youtube (non esisteva ancora Netflix 6 anni fa, non ti so dire come andrebbe lo streaming!). Il wifi era anche nelle zone comuni e in tutti gli edifici del parco. Può sicuramente esserti molto utile durante il viaggio post lavoro, se non vuoi dipendere dal wifi. Valuta insomma, non lo ritengo necessario ma un valore aggiunto 🙂